Giovanni Toti Presidente della Liguria arrestato per corruzione

Giovanni Toti Presidente della Liguria arrestato per corruzione

Il presidente della Liguria Giovanni Toti, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta in cui ci sono 25 gli indagati e 10 destinatari di misure cautelari.

Dopo l’arresto del Presidente della Ligua Giovanno Toti… Mano mano che passano i giorni emergono nuovi tasselli dell’inchiesta….intercettazioni telefoniche che ci lasciano allibiti ( ecco perchè vogliono abolire le intercettazioni per i reati di corruzione e abuso d’ufficio )

Precisiamo che nessuno è colpevole senza sentenza definitiva di condanna, ma a prescindere di come sarà l’esito del processo vi è la solita questione morale e di opportunità, soltanto a sentire le intercettazioni telefoniche il Signor Toti si dovrebbe nascondere sotto un tombino per non parlare del modus operandi dei soggetti…..si vedevano in barca e per parlare liberamente e per blindare i colloqui riservati….lasciavano i telefonini all’esterno per paura dei trojan …..tipo come i film di mafia che si vedono su Netflix….

Ma fateci il piacere, non abbiamo bisogno di questi personaggi che gestiscono la cosa pubblica ed i nostri denari…..con quale voglia una persona può andare a votare?

Ma la cosa che più ci lascia allibiti è la difesa di alcuni politici che ci lasciano senza parole che tralasciano e non vanno nel merito delle opportunità e della questione morale…..

Il governatore avrebbe “svenduto la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. E sulla vicenda aleggia l’ombra della mafia: il suo braccio destro Cozzani è indagato per presunti rapporti con Cosa Nostra

Estratto da TG24 Sky: Pur di “ottenere l’elezione o la rielezione” avrebbe “svenduto la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”.

È con queste parole che la gip di Genova Paola Faggioni motiva l’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari per il governatore della Liguria Giovanni Toti (Noi Moderati), arrivata al termine di indagini durate più di quattro anni che hanno colpito in tutto una decina di persone tra Genova e La Spezia.

Tra questi anche l’ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, l’imprenditore del porto Aldo Spinelli (con il figlio Roberto Spinelli) e Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, quest’ultimo in rapporti con il clan Cammarata di Cosa Nostra. Intanto, è stato fissato per venerdì 10 maggio l’interrogatorio del governatore della Liguria. Spinelli e Cozzani verranno interrogati sabato.

Mentre la premier Meloni per ora resta in silenzio, da un lato le opposizioni chiedono le dimissioni del governatore e dall’altro diverse voci della maggioranza si dicono convinte della sua innocenza e restano garantiste.

Il ministro della Giustizia Nordio avanza un dubbio: “Si tratta di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e l’inchiesta è nata tempo addietro.

Ho esercitato 40 anni da pm e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini”. Salvini: “Dimettersi sarebbe una resa, non basta un’inchiesta”.

Il gip: “Meccanismo corruttivo perfettamente collaudato”

Nelle centinaia di pagine di ordinanza cautelare nei confronti di Toti – che si dice “tranquillissimo” – i giudici genovesi tracciano un quadro di “allarmante abitualità e sistematicità” di meccanismo corruttivo “perfettamente collaudato”: tutto sarebbe iniziato nel 2020, in occasione delle elezioni regionali, per proseguire fino al 2023. Toti con “sorprendente disinvoltura” avrebbe rastrellato fondi per oltre 74 mila euro, per il suo Comitato con “richieste di denaro agli imprenditori” della famiglia Spinelli e Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, cui è stata applicata una misura interdittiva, “promettendo (…) comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli” o addirittura ricordando “di aver fatto la sua parte” e quindi di aspettarsi elargizioni e finanziamenti in vista della campagna elettorale di turno.

Per fare un esempio: nel settembre 2021, il governatore parlava del rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse all’imprenditore portuale Aldo Spinelli: “Il 29 va la tua roba…ricordati che io sto aspettando anche una mano ..eh? “. E l’altro con una battuta: “ma anche l’Enel”. Una volta deliberato il rinnovo trentennale della concessione, nel dicembre successivo, dal Gruppo, in due giorni, sono partiti 4 bonifici da 10 mila euro ciascuno, con la causale “erogazione liberale”. Sempre rivolgendosi a Spinelli, in un’altra intercettazione Toti avrebbe detto: “Abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle, ora facciamo la pratica, si può costruire”. Per poi aggiungere: “Così parliamo un po’ che ora ci sono le elezioni, c’abbiamo bisogno di una mano”.