Buste paga e stipendi facciamo un pò di chiarezza perchè i Politici non sanno leggere

Buste paga e stipendi facciamo un pò di chiarezza perchè i Politici non sanno leggere neanche una busta paga e tanti non sanno nemmeno cose’…bah !!!

Cari politici andate in televisione a raccontarci le solite barzellette che gli stipendi e pensioni sono aumentati del 3%, una grande BALLA !!

Ovviamente fate riferimento ai dati Istat, ma vi facciamo due conti pratici sulle pensioni e stipendi:
Partiamo dalle pensioni, come abbiamo scritto nei precedendi articoli
avete finanziato le pensioni più basse ( ovvero quelle di persone che NON hanno mai versato contributi, o in parte o che non sono arrivati ai versamenti minini ) con le pensioni di soggetti che invece hanno versato i contributi, in pratica avete dimezzato gli aumenti delle pensioni medie ( che sono la maggioranza ) previsti per l’inflazione corrente e con la parte tagliata avete finanziato le pensioni più basse.

Cosa è successo? che sono arrivati i 60/70 euro lorde di aumento alle pensioni ma udite udite sono state aumentate le trattenute in busta paga o dal cedolino della pensione con l’aumento dell’Irpef Regionale e Irpef Comunale, ti danno un contentino da una parte e poi Comuni e Regioni se ne riprendono il doppio….vedi cedolini reali e NON LE CAZZATE CHE CI RACCONTANO

Stessa cosa per gli stipendi, le buste paga sono sempre le stesse ( statali ) e si rimane in attesa dei rinnovi dei contratti che come al solito non vengono MAI mantenuti i tempi di rinnovo previsti ogni due anni.

Cari politici non leggete solo la vostra congrua busta paga e non andate in giro a raccontare che gli stipendi sono aumentati perchè non è vero e le persone lo sanno !!!


GENNAIO 2024 Prima la trattenuta Irpef Regionale ( Lazio ) era di 25.47 euro, adesso è di 100,91 euro un bell’aumento per non parlare dell’Irpef Comunale che prima era di 11,78 euro e adesso è di 25,95 euro, per un totale di 126,86 euro…..una differenza di trattenute rispetto a NOVEMBRE 2023 di 89,61 euro UNA GRAN BELLA STANGATA PER PENSIONI E STIPENDI

I Sindacati che fanno? NULLA DI NULLA non servono a nà ceppa !!!

Nel prossimo articolo vi racconteremo perchè gli stipendi non sono aumentati per 15 anni e e sono state bloccate le assunzioni nella pubblica amministrazione e Forze di Polizia, stiamo andando incontro ad una cronica carenza di personale che come al solito saranno i cittadini a pagare il conto per l’inefficienza ed i tagli che hanno distrutto tutto ciò che prima funzionava meglio di adesso !!!

La Sinistra adesso si accorge che abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e la Sanità è allo sfascio

La Sinistra adesso si accorge che abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e la Sanità è allo sfascio

La Sinistra adesso si accorge che abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e la Sanità è allo sfascio, ma come fate a fare opposizione in questo modo, adesso parlate soltanto di tutte quelle cose che non funzionano e che sono allo sfascio, quale la Sanità, gli Stipendi, le Pensioni, le Tasse, Irpef Regionale e Addizionale Comunale….ma quando eravate al governo circa un’anno e mezzo fà cosa avete fatto..???

Andate nei talk show televisivi è adesso vi accorgete che abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa? VERGOGNATEVI …

Presentate una ricetta, una soluzione un’idea che sia credibile, non basta solo contestare, come possiamo aumentare stipendi e pensione in relazione all’inflazione corrente?

I prezzi aumentano e gli stipendi e pensioni non salgono, state affamando i cittadini, la classe media non esiste più, però dobbiamo dire, che gli stipendi dei parlamentari sono agganciati bene all’inflazione, avete ripristinato i vitalizi con tanto di arretrati alla faccia del comune cittadino che non arriva a fine mese !!!

Dove sono i Sindacati ? Dove sono i Partiti che si indignano del ripristino dei Vitalizi ?

A mio parere non sapete nemmeno leggere una busta paga e non vi rendete neanche conto delle spese mensili che affronta una famiglia con un reddito netto di 1600 euro al mese !! Ovviamente questo vale per tutti sia a destra che a sinistra

 

 

Un applauso ai nostri politici che ci hanno portato alla fame

Un applauso ai nostri politici che ci hanno portato alla fame

Un applauso ai nostri politici che ci hanno portato alla fame, come abbiamo scritto nella grafica della nostra home page “…è sempre colpa di quelli che c’erano prima..” se non siete all’altezza NON VI CANDIDATE !!!!

La colpa è vostra Sinistra & Destra….vi potete dare tranquillamente la mano per il fantastico risultato raggiunto. E’ diventato povero anche chi lavora, ma non vi VERGOGNATE?? Chiacchere e solo chiacchere, abbiamo sempre una scusa per tutti i problemi, faremo vedremo vi promettiamo…gli ani passano e si va sempre peggio !!!

Sono almeno un paio di anni che c’è l’allarme ISTAT sugli stipendi: Quali sono i provvedimenti che sono stati adottati a favore dei redditi da lavoro e pensioni? ( pensioni tagliate in base al reddito in base all’inflazione reale e con i risparmi finanziate quelle più basse ) !!

Non avete fatto una beata minchia !!! VERGOGNATEVI….cittadini io a votare NON CI VADO!!

Perchè in Italia non aumentano gli stipendi e sono i bassi d’europa?

Ci sono diversi motivi per cui gli stipendi in Italia non aumentano e sono tra i più bassi d’Europa.

Uno dei principali motivi è la situazione economica del Paese, che è stata caratterizzata da una crescita stagnante negli ultimi anni. Questo ha limitato la capacità delle imprese di aumentare i salari dei propri dipendenti.

Inoltre, la presenza di una alta disoccupazione e un elevato tasso di lavoro precario ha contribuito a mantenere bassi gli stipendi, in quanto i lavoratori possono essere più facilmente sostituiti e quindi hanno meno potere contrattuale.

Un altro fattore che ha influenzato gli stipendi in Italia è la presenza di una forte tradizione di contrattazione collettiva, che spesso porta a salari standardizzati e limita la possibilità di negoziare aumenti individuali.

La crescente competizione da parte dei paesi emergenti e la globalizzazione dell’economia hanno portato molte imprese a mantenere bassi i costi del lavoro per rimanere competitive sul mercato.

Tutti questi fattori contribuiscono a mantenere bassi gli stipendi in Italia rispetto ad altri Paesi europei.

Quasi 13 milioni di persone non pagano l’Irpef

Quasi 13 milioni di persone non pagano l’Irpef

Quasi 13 milioni di persone non pagano l’Irpef e chi guadagna dai 29mila euro a salire mantiene la baracca Italia

IN PRATICA chi percepisce un reddito LORDO ( parliamo sempre di lordo ) tra 29.000 e 55.000 euro sono 6,9 milioni di persone… questa è la fascia di reddito dove si va sempre a pescare….

In Italia complessivamente nel 2020 ci sono state 41,5 milioni di persone che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, dichiarando in totale 884 miliardi di euro. Di questi 41,5 milioni di contribuenti, 22 milioni hanno usato il modello 730, 9,1 milioni hanno usato il modello “Redditi” e 10,4 milioni non lo hanno presentato, affidandosi al modello CU compilato dal sostituto d’imposta.

I dati del MEF mostrano che nel 2020 ci sono state 4 mila persone che hanno dichiarato un reddito negativo e 947 mila che hanno dichiarato un reddito pari a zero, mentre 2,5 milioni di persone hanno dichiarato meno di 1000 euro.

A dichiarare tra 0 e 15.000 euro sono 17,2 milioni di contribuenti, tra 15.000 e 29.000 euro 14,5 milioni, tra 29.000 e 55.000 euro 6,9 milioni, tra 55.000 e 100.000 euro sono 1,4 milioni, tra 100.000 e 300.000 euro 461 mila e sopra i 300.000 euro 41 mila. Complessivamente in Italia quasi metà dei contribuenti del 2019 ha avuto un reddito inferiore ai 20.000 euro.

Circa 12,5 milioni di contribuenti non versano l’IRPEF. Tra questi rientrano le seguenti categorie:

  • i contribuenti che rientrano nelle soglie di esenzione;
  • i contribuenti che beneficiano di detrazioni, sconti che arrivano ad azzerare l’imposta;
  • i contribuenti per i quali l’imposta netta è bilanciata dal trattamento integrativo, l’ex bonus 80 euro.

La Regione Lazio tartassa Pensioni e Stipendi aumentando Irpef Regionale

La Regione Lazio tartassa Pensioni e Stipendi aumentando Irpef Regionale

La Regione Lazio tartassa Pensioni e Stipendi aumentando Irpef Regionale, come vi avevamo già scritto nell’articolo sugli aumenti delle pensioni in base all’inflazione..Oltre 1,2 milioni di cittadini non pagheranno l’addizionale regionale per i redditi fino a 28 mila euro”

E secondo voi chi paga la rimanenza e chi finanzia la Regione Lazio ??

Eccoli, sempre e solo il CETO MEDIO, dati alla mano ecco il cedolino della pensione ufficiale di un pensionato considerato ricco e che guadagna circa 2250 euro nette.

Notate le differenze, qui parliamo di fatti non di chiacchere, e vorremmo sapere dove sono e cosa fanno i Sindacati per tutelare il potere di acquisto delle famiglie

Cedolino di Novembre 2023 addizionale Comunale 11,78 euro mensili, addizionale Regionale 25,47 euro mensili – Totale 37,25 euro

La Regione Lazio tartassa Pensioni e Stipendi aumentando Irpef Regionale

La Regione Lazio tartassa Pensioni e Stipendi aumentando Irpef Regionale

Cedolino di Gennaio 2024 addizionale Comunale 25,95 euro mensili, addizionale Regionale 100,91 euro mensili – Totale 126,86 euro

tasse sulla pensione Regione aumenti della Regione Lazio

tasse sulla pensione Regione aumenti della Regione Lazio

In pratica c’è stato un aumento di tasse da pagare sulla pensione di 97.07 euro mensili sigh !! diremmo dei veri fenomeni

Togliamo al CETO MEDIO per dare ai poveri anzichè dare a tutti perchè l’inflazione colpisce non ha reddito…..e le grandi industrie, banche e colossi del web ??

Le pensioni in Italia sono tra le più basse d’Europa. Secondo i dati Eurostat, nel nostro Paese il tasso di sostituzione del reddito pensionistico rispetto a quello da lavoro è del 50%, ben al di sotto della media europea che si attesta intorno al 69%. Questo significa che molti pensionati ricevono cifre molto basse che non consentono loro di vivere dignitosamente.

I falsi aumenti delle pensioni in base all’inflazione annua

I falsi aumenti delle pensioni in base all’inflazione annua

Sotto ci sono gli aumenti medi per il biennio 2023-2024 …
FATE ATTENZIONE in pratica viene pagato l’adeguamento dell’inflazione delle pensioni BASSE riducendo l’adeguamento delle pensioni MEDIA in pratica gli aumenti come al solito sono sempre sulle spalle del CETIO MEDIO e di coloro che hanno maturato la pensione versando i contributi lavorativi per almeno 42 anni.

In pratica pagano sempre gli stessi togli al ceto medio e finanzia la povertà, stanno cercando di livellare le pensioni togliendo a chi percepisce un reddito LORDO di circa 2800 per aumentare le più basse ( ricordatevi che parliamo di LORDO ) che equivale a circa 2120 euro netti al mese

Inoltre, bisogna considerare che le pensioni in Italia sono tra le più basse d’Europa. Secondo i dati Eurostat, nel nostro Paese il tasso di sostituzione del reddito pensionistico rispetto a quello da lavoro è del 50%, ben al di sotto della media europea che si attesta intorno al 69%. Questo significa che molti pensionati ricevono cifre molto basse che non consentono loro di vivere dignitosamente.

Vi rimandiamo ai fatti con la pubblicazione del cedolino della Pensione del mese di Novembre 2023 e quello di Gennaio 2024 cosi potete vedere le differenze, ci sono state tasse aumentate come l’irpef Regionale e quello comunale di circa 100 euro pro-capite per coloro che superano un reddito LORDO ( Parliamo di lordo ) di circa 28.000 euro annui.

Cosa dice la Legge, finanza creativa di un’illuminato al potere.

L’articolo 58 del disegno di legge di bilancio in materia di “Revisione del meccanismo di indicizzazione per gli anni 2023 e 2024 ed estensione per le pensioni minime delle misure di supporto per contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche” ha ricevuto alcune modifiche nel suo percorso alla Camera dei deputati.

Rispetto al testo approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 21 novembre, l’attuale impianto licenziato ha mantenuto a sei gli scaglioni di rivalutazione previsti per gli anni 2023 e 2024, con percentuali tuttavia diverse: 100, 85, 53, 47, 37 e 32%.

Rivalutazione al 100%
L’articolo 58, comma 1, lettere a) non è stato interessato da alcun emendamento.
Pertanto, resta fermo che, per il periodo 2023 – 2024, la rivalutazione automatica è riconosciuta al 100% per i trattamenti pensionistici pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo Inps.

Rivalutazione all’85%
Le pensioni di importo complessivamente pari o inferiore a cinque volte il trattamento minimo Inps scontano una rivalutazione all’85% (in luogo di quella all’80% prevista dal disegno di legge originario).
L’articolo 58, comma 1, lettera b) punto 1) (emendato) prevede che:

  • Per le pensioni di importo “superiore a quattro volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dalla lettera a), l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato”;
  • Per le pensioni di importo superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps e inferiori a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica, spettante sulla base della percentuale all’85%, l’aumento “di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato” (ancora l’articolo 58, comma 1, lettera b) punto 1).

Rivalutazione al 53%
In luogo della precedente rivalutazione al 55%, il testo emendato prevede una percentuale al 53% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a sei volte il medesimo trattamento minimo.

Con riferimento alla prestazione “di importo superiore a sei volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica” l’aumento è “comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato” (articolo 58, comma 1, lettera b), punto 2).

Rivalutazione al 47%
I trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori ad otto volte lo stesso trattamento minimo, sono destinatari di una rivalutazione al 47% (in precedenza fissata al 50%).

Per le pensioni di importo superiore a otto volte il già menzionato trattamento minimo e inferiori “a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato” (articolo 58, comma 1, lettera b), punto 3).  

Rivalutazione al 37%
L’articolo 58, comma 1, lettera b), punto 4) prevede una rivalutazione del 37% (in luogo della precedente al 40%) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a dieci volte il medesimo trattamento minimo.

Per le pensioni “di importo superiore a dieci volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base di quanto previsto dal presente numero, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato” (articolo 58, comma 1, lettera b), punto 4).

Rivalutazione al 32%
La Manovra 2023 prevede una rivalutazione del 32% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo Inps.

Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri la medesima rivalutazione era fissata al 35%.